venerdì 31 dicembre 2010

Libro "Storia di un Normale Depresso"(ex" Due Maroni Così") di Marco Costa


Questo libro narra la mia storia personale,dove la Depressione ricopre un ruolo di "Carnefice/Mostro" dall'inizio alla fine.Non sono uno scrittore di professione,ma questo era l'unico sistema che accontentasse il bisogno di raccontarmi.Sono stati cambiati solo i nomi delle persone,compreso il mio.Per motivi di Ristampa è stato cambiato il titolo,lasciando inalterato il contenuto.Richiedibile on line(cliccare sulla scritta): Storia di un Normale Depresso . Richiedibile anche in Libreria.Photocity Edizioni.it




Prologo:una vita,una storia,uno specchio.Un infanzia come tante,un adolescenza con eccessi che si tramutano in ossessione e una maturità fatta di atti compulsivi bagnati dall'alcool.In eccesso.Lo specchio di una vita di un uomo che l'ha vissuta.Sulla strada,tra la gente.Esiste anche la pagina-Facebook del Libro (cliccare sulla scritta) : Pagina Facebook .

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Recensione del sito "Passione Libri"(http://www.passionelibri.com/):

Crudo, reale, diretto, Due Maroni Così, dello scrittore esordiente Marco Costa è un libro che prepotentemente si fa spazio nell' Io del lettore.
Un' autobiografia ironica e cinica, nei confronti dei mostri che
tinteggiano la vita dell'autore: una madre troppo presente, un mondo
troppo esigente, un'indole ossessiva da controllare.
Un viaggio tra le ossessioni e il senso di colpa di una vita da
ricostruire, ricominciare ogni volta da zero dopo un fallimento
sessuale, un fallimento economico o sentimentale.
Due Maroni Così, ci porta nel mondo degli eventi a cascata, che
trascinano con se la vita di chi non ha il tempo di reagire, trovando
rifugio nell'alcool e nella droga. E' lo specchio di una vita, di un
uomo che l'ha vissuta sulla strada, tra la gente, perdendo tutto.

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Recensione del sito "Libro-Mania"(www.libro-mania.com):"Un libro piccolo, leggero, copertina divertente, che invoglia a leggere. Titolo altrettanto comico. Il sottotitolo, che vuole riprendere la nota comica, accenna a qualcosa di serio con una semplice parola: vera.
Se il libro fosse frutto della fantasia di qualche pazzoide ci verrebbe anche da ridere in certe occasioni, ma Marco Costa, autore, ci informa che le vicende, i fatti e le riflessioni sono tutte vere, vissute da lui, sulla sua pelle. Stiamo leggendo la sua vita.
Ed è qui che il titolo apparentemente comico si distacca invece dalla serietà e profondità del contenuto.
La vita di Paolo M. (pseudonimo dell'autore) è un travaglio senza fine. Una profonda depressione lo possiede sin da piccolo, genitori oppressivi che donano il loro amore in modo sbagliato. Un paese e una cerchia di amici che fanno da gabbia, lasciano senza respiro. Una difficle relazione con le donne, con il sesso in particolare.
E poi ancora nevrosi, centri di igiene mentale, violenze, umiliazioni, medium e stregoni.
Non siamo di fronte ad un libro, siamo di fronte alla vita.
Ci colpisce, ci fa pensare alle difficoltà vere che si possono incontrare. Una dura lezione quella da imparare, per noi che ci lamentiamo per le cose più futili, più stupide.
Gli avvenimenti sono in ordine cronologico anche se molto spesso l'autore salta da un argomento ad un altro creando un po' di confusione. Sembra scritto a mo' di flusso di coscienza. Manca l'esperienza dello scrittore professionista che segue una scaletta ordinata, pensata per il lettore.
Ma il nostro autore non cerca il successo, non cerca di sfondare col romanzo dell'anno. Lui voleva raccontarci la sua vita, la sua storia, tirando fuori un coraggio che non ci saremmo aspettati da Paolo M., sintomo che forse Marco è davvero guarito.
Una scrittura nervosa che, effetto voluto o no, riesce a rendere bene l'idea del disagio del personaggio.
E' una continua crisi, mettersi in discussione, non sentirsi accettati.
Problemi che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo avuto e affrontato, in un modo o nell'altro.
Paolo M. li affronta con pasticche, alcol, droghe, gruppi di ascolto, psicologi, per poi ricadere più in basso, venendo però sempre afferrato in extremis da una mano.
Una lezione di vita, un'esortazione ad affrontare i problemi e non fuggirli, non chiudersi in sé stessi.
Dal punto di vista della morale, dei contenuti, il libro rimane impresso, crea un lieve senso di angoscia e pietà per il personaggio. Ma pur sempre di un libro parliamo e dal punto di vista "tecnico" ci sono alcuni nei.
La scrittura è semplice, scorrevole, ma ci sono spesso troppi salti, troppi flashback o flashforward inseriti male, confusionari. Qualche errore di sintassi qua e là, punteggiatura non sempre messa nel punto giusto.
In sintesi un libro piacevole, profondo ed educativo, che fa riflettere. Un libro Vero, non inventato, ed è questo soprattutto che colpisce e lo rende più interessante. Con una sintassi precisa, lineare, una grammatica sempre corretta e uno stile più ricercato, il risultato sarebbe stato del tutto più che sufficiente."

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Recensione di Michela Castagna del sito Facebook "Libri:Parole da Amare"(http://www.facebook.com/home.php#!/pages/Libri-Parole-da-Amare/157498370940113): "Ho affrontato questa lettura assieme al mio ragazzo.. Io leggevo ad alta voce e lui ascoltava. Una volta finito il libro ci siamo confrontati e qui vi riporto ciò che penso (che è più o meno uguale a ciò che pensa lui).
Il titolo lì per lì mi sembrava molto leggero, cosa che pensavo si riflettesse sul libro.. e invece la vita di Marco è stata tutto tranne che leggera. Una vita che sin da piccolo non gli è risultata facile.. Dei genitori che han fatto la loro (Gran) parte.. una madre così apprensiva e presente che con questo comportamento, probabilmente, ha trasmesso a Marco una insicurezza nei confronti della vita. In aggiunta c'è un padre spesso violento.
Un'esistenza che si presenta come un cocktail di esperienze: droga, alcool, psicofarmaci, depressione e ansia.
Son rimasta molto colpita da vari fatti che vengono citati in questo libro, di cui ne svelo solo uno, per non rovinar la sorpresa a chi vorrà leggerlo. Il primo incontro di Marco con gli psicofarmaci? A cinque anni !
Durante la lettura a volte dimenticavo che tutto ciò fosse una storia vera e mi scappava una risata, perchè Marco ha saputo in fin dei conti scrivere il tutto con molta ironia, ragalando anche dei sorrisi, che però si spegnevano nel momento in cui ricordavo che lui queste cose le aveva realmente vissute.
Se guardiamo il libro in sè, è scritto in modo particolare. Pieno di ripetizioni che si susseguono, concetti che vengono detti e ridetti ogni volta con parole diverse. Di certo si sente che manca l'esperienza di scrittore in Marco ( infatti questo è il suo primo libro), perchè passa da un argomento all'altro e poi ritorna all'argomento precedente, senza mantenere un filo conduttore. Ma nonostante ciò il libro lo si legge senza tanto "confodendersi".
Inoltre il linguaggio usato è molto schietto, a volte così diretto che sconsiglio la lettura agli adolescenti. E' un libro da leggere raggiunta una certa maturità. Ha usato un linguaggio "parlato" che ti fa sentire quanto forte sia il disagio che prova e che ha provato.
Non è stata una lettura facile, proprio perchè è verissimo ciò che scrive lo stesso Marco: questo libro "è tratto da una storia vera e tosta". Durante la lettura ho provato spesso tristezza per lui e anche ansia per tutte queste esperienze a dir poco sconcertanti che ha vissuto. Non è "sto mostro" di libro...ma penso che chi ha una particolare sensibilità, saprà andare oltre e capire... Mentre lo leggevo mi son chiesta varie volte come mai avesse deciso di raccontare la propria vita..... ma.... Leggendo il finale ho capito... e sono stata invasa da una commozione mista felicità per Marco..... Perchè???
Leggetelo... Se avete coraggio! :-)
Michela Castagna
LIBRI: PAROLE DA AMARE"

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Recensione di Emanuele Properzi,curatore del sito "Scrittore Vincente.com"(http://www.scrittorevincente.com/):"...avrei solo letto le prime pagine se non mi piaceva... mi è piaciuto per il taglio che gli hai dato sin dall'inizio, privo di maschere e poi lo leggi e dici.....ok adesso il protagonista scopre la donna della sua vita, esce dal tunnel.... e invece la vita prosegue sui soliti binari comuni a molti in cui le nostre fragilità molto spesso la fanno da padrone... è quindi un romanzo 'coerente', la vita non ha sempre i finali consolatori come tutti i libri e i film di successo, e allora l'arte deve essere secondo me come la vita: autentica, cruda, grezza, ferita, sporca, incerta... e poi mi sembra che dalle pagine emerga anche il potere terapeutico che la scrittura del libro ha esercitato nei confronti dello scrittore, forse è solo una mia impressione, ma ho come l'impressione che sia un libro utile a chi lo legge e anche e fortemente a chi lo ha scritto... e chi lo ha scritto racconta di problemi molto diffusi e che in pochi sono capaci di raccontarli con così tanta 'onestà' e direi coraggio. Sì, coraggio".


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Recensione del sito "Recensione Libro.it"(http://www.recensionelibro.it/due-maroni-cosi.-tratto-da-una-storia-vera-e-tosta-marco-costa.html):Leggendo “Due maroni così. Tratto da una storia vera e tosta” di Marco Costa viene in mente che c’è chi si prende troppo sul serio e chi invece troppo poco sul serio. In questo caso il protagonista del libro fa un po’ tutte e due le cose a seconda del momento.
Paolo sembra avere una vita come tante, con i genitori che pensano che bisognerebbe cambiare, ma poi non lo fanno mai, con amici che amano divertirsi, ma in fondo non è tutto così semplice. Il protagonista di “Due maroni così. Tratto da una storia vera e tosta” però sente da subito che c’è qualcosa che non va, continua a percepire qualcosa, un tik-tok che lo accompagna dall’adolescenza all’età adulta.
Paolo cresce, perde il padre e resta per anni a casa con una madre depressa, forse anche un po’ esaurita, che non fa che strillare, che porsi come un muro che ostacola la sua indipendenza, che fa aumentare l’ossessione nel ragazzo e quel tik-tok sempre più acuto nella sua testa.
Però nonostante tutte le difficoltà, la sua consapevolezza di essere diverso dagli altri, nonostante le paure che diventano terrore “Due maroni così. Tratto da una storia vera e tosta” ci dimostra che c’è sempre un po’ di luce e in certi casi anche una candela può bastare a illuminare la stanza. Ci sono gli amici, quelli veri, c’è la forza che ti dà coraggio, c’è l’amore che fa diventare audaci.
Lo scrittore Marco Costa in questo libro dal titolo duro e veritiero “Due maroni così. Tratto da una storia vera e tosta” racconta la storia di un ragazzo. Un individuo qualsiasi che ha problemi normali, ma anche ossessioni e traumi da superare. Un adolescente che viene considerato squilibrato e non fragile, un uomo che in ogni caso, comunque siano andate le cose, ha vissuto fino in fondo.
Marco Costa in “Due maroni così. Tratto da una storia vera e tosta” scrive di una vita complicata, a volte davvero tanto difficile, ma lo fa con ironia, strappando sorrisi e facendo prestare attenzione a molti passaggi del romanzo. Un ottimo lavoro davvero, un libro intelligente.

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Recensione del sito "Libri e Recensioni.com"(http://www.librierecensioni.com/libri2/due-maroni-cosi-marco-costa.html):Due maroni così si presenta con una copertina e un titolo che di certo attirano l'attenzione e che possono anche sembrare simpatici, almeno finché non ci si sofferma sulla seconda riga: "Tratto da una storia vera e tosta" che dà a tutto un'altra prospettiva. Questo libro racchiude, infatti, la vita di Paolo (pseudonimo dell'autore), un giovane in lotta con il mondo ma, più di tutto, in lotta con se stesso.
In poco più di cento pagine l'autore si racconta, mettendo a nudo la propria fragilità ma anche quella forza che gli ha permesso di andare avanti nonostante tutto. Depressione, senso d'inadeguatezza, problemi in campo affettivo che si ripercuotono sul lavoro e sulla vita sociale e poi alcool, fobie, psicologi e periodi di recupero segnano una vita travagliata e vissuta senza sconti, talmente dura che verrebbe da definirlo un libro eccessivo, se non fosse tutto vero.
La narrazione risulta, a volte, un po' confusa, sia per i salti temporali che si susseguono seguendo solo i ricordi dell'autore, sia perché i pensieri non sempre sono espressi in modo coerente e logico, neppure dal punto di vista grammaticale. Tutto questo, che in qualsiasi altro libro disturberebbe, qui sembra però voluto (e forse lo è), in quanto riflette con immediatezza lo stato di alterazione mentale di Paolo e il suo vivere sempre di corsa, come traspare da alcune pagine che si leggono quasi senza prendere fiato.
Una storia intensa e impegnativa, al cui termine non ci si può che complimentare con l'autore per il coraggio dimostrato nel raccontarsi così, senza veli, augurandogli di continuare a essere più forte di tutto.

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Recensione-Commento del sito "SCRITTURA-MANIA.IT"(http://scrittura-mania.it/2011/02/28/l-autore-marco-costa-a-scrittura-mania/#comments):Cari amici, dopo la pausa del fine settimana, eccomi ancora qui fra voi. Sono piuttosto influenzata ma questo mi aiuterà a rimanere a casa ed a dedicarmi alla segnalazione di uno splendido autore: splendido perché vero, umano, autentico. In un mondo in cui va per la maggiore indossare una maschera, per nascondere i propri punti deboli, Marco Costa ha il pregio di mettersi a nudo. Come recita il sottotitolo del suo libro “tratto da una storia vera e tosta”, la narrazione verte su argomenti impegnativi e di un’attualità scottante. L’autore, in questa sorta di autobiografia, racconta la sua travagliatissima vita fra problemi familiari, senso di inadeguatezza, depressione, ansia, alcool e droga. Lo fa con ironia, come traspare anche dal titolo del libro, con un linguaggio molto diretto e brutale come brutale è stata la sua vita, vissuta sulla strada a contatto con realtà devastanti. Se una luce c’è in quest’opera è data dalla forza dei sentimenti (l’amicizia e l’amore) e dalle risorse che il protagonista riesce a trovare in sé per sopravvivere a condizioni tanto avverse. Di seguito vi pubblico alcune righe della mail che Marco mi ha inviato, allegando un estratto del suo libro.“Per quel poco che ho constatato, questo libro è come il tartufo:o ti piace o lo schifi incredibilmente.Vie di mezzo non ne ha.Dovesse essere la seconda “veduta”,usami la cortesia di buttare tutto e fare come se nulla fosse… L’ho scritto perché era l’unico sistema che soddisfacesse il bisogno di raccontarmi”. A volte ci si racconta per maturare un sereno distacco da eventi dai quali, solo mettendoli nero su bianco, si riesce a prendere le distanze. Eventi che ci segnano ma che possono arricchirci umanamente, se ad un certo punto del nostro accidentato percorso incontriamo qualcosa in cui credere.Questo l’estratto finale del libro:“Gli amici di questa storia:Guido Rossi è sposato da 13 anni, ha 2 figli, Lauro è sposato da 8 anni, ha un figlio, Giulio Cesari è sposato da 7 anni,ha 2 figli, Mauro Polli è sposato con una straniera conosciuta in un viaggio di lavoro. Io non sono sposato,mi guardo allo specchio e non mi piaccio,sto aspettando che mi venga fatta un’altra perizia per annullare la curatela (per ”curatela” si intende la persona nominata dal tribunale che si occupa con doppia firma del tuo patrimonio), e porto avanti la mia vita,vivendola alla giornata:di più non riesco a fare. A Settembre 2004, dopo l’incontro con Gesù cessai per sempre il tik-tok. E,visto che ho deciso di campare fino a 120 anni per quell’epoca dovrei aver recuperato tutte le tappe perse”.Io, sinceramente, Marco ti auguro di recuperarle tutte le tappe perse-come scrivi tu. E non è vero come ti ostini a ripetere che non sei uno scrittore. Ciò che scrivi è vero, autentico, ha un cuore. Chi ti ha recensito, pur elogiandoti per i contenuti, ha mosso delle critiche al tuo stile, sottolineando qualche errore grammaticale, delle ripetizioni, un uso disinvolto della punteggiatura. Sono tutti punti sui quali potrai aggiustare il tiro, un domani, se lo vorrai. Questa è la tua opera prima, Marco, e nessuna opera prima è mai perfetta o quasi. Ti auguro di scrivere ancora e tanto, nella tua vita. Ti auguro di credere ancora e tanto: in Gesù, nei sentimenti e nella tua arte. Ricorda che uno scrittore, così come qualunque altra tipologia d’artista, è tale solo se riesce a parlare al cuore degli altri uomini. Tu lo sai fare, con semplicità e con estrema umanità, quindi, per me, lo sei a pieno merito.Cari scrittura-maniaci, andate a scoprire Marco Costa, che ci ha fatto l’onore di essere nostro ospite oggi. Il suo libro, ironicamente intitolato, “Due maroni così” è acquistabile on line in L’ Altro Mondo Editore e presso Libreria Universitaria. Un abbraccio e…buona lettura.

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Libro suggerito dal sito "La Bottega Dei Libri"( LA BOTTEGA DEI LIBRI: STORIA DI UN NORMALE DEPRESSO DI MARCO COSTA ).

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Recensione-Articolo di Andrea Mastrangelo(Gazzetta Di Reggio):Il precedente letterario è illustre: lo Zeno Cosini di Italo Svevo. Anche Marco Costa, 43enne parmense di San Secondo, affida alla scrittura la confessione liberatoria delle sue nevrosi. In «Due maroni così» (Altromondo editore) racconta le ossessioni, le frustrazioni, gli eccessi e i fallimenti di una vita «border line». Se fosse nato una ventina d’anni prima sarebbe stato, forse, un perfetto hippy, un «figlio dei fiori» in sintonia con lo spirito dell’epoca, fatto di cultura alternativa, droghe psichedeliche e nomadismo di strada. Ma nell’era dell’individualismo rampante e del conformismo accomodante Paolo M., alter ego dell’autore, è un pesce fuor d’acqua, un uomo solo che rimane estraneo ai tanti amici che trova: nè riesce a conciliarsi con l’universo femminile, verso il quale prova attrazione e paura. Gli altri vedono in lui la malattia, di cui egli stesso ha consapevolezza.
La sua patologia è fatta di fissazioni, ansia, masturbazione compulsiva, alcolismo, prodigalità, esaltazione e depressione. Ne deriva un’esistenza fuori dalle righe, che finisce nella mani di profittatori, occultisti, ninfomani e prostitute. Ma non manca chi, anzitutto qualche psichiatra, lo aiuta a risalire dal baratro. Almeno gli restituisce la speranza e il coraggio. «Visto che ho deciso di campare fino a 120 anni - conclude Paolo - per quell’epoca dovrei aver recuperato tutte le tappe perse».

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Recensione di Donata Bina del sito "Pagine di Libri"(http://www.paginedilibri.com/index.html):Un diario senza inibizioni sul disagio della vita di provincia, quasi uno sfogo addomesticato dove un padre padrone ed una madre depressa vengono raccontati senza meraviglia.
Eppure noi siamo quello che il nostro ambiente familiare plasma, ed ogni disagio, ogni eccesso, ogni problema con l’altro sesso ed ogni ossessione trovano origine da questo imprinting.
Il mondo della performance diventa una gabbia che paralizza l’autore esordiente sin dall’infanzia, vituperato dai compagni di scuola, con il tempo vuoto e sciupato scandito dal “tik tok”, un movimento ossessivo e compulsivo degli arti a palesare uno “smanubriamento mentale”
La vita di Paolo M. (pseudonimo dell'autore) è un travaglio senza fine, la sua scrittura un flusso di coscienza che il titolo sdrammatizza; tanto siamo di fronte alla vita, quella che per molti di noi e’ soprattutto una croce da trascinare.
E poi ancora nevrosi, centri di igiene mentale, violenze, umiliazioni, droghe alcool e delusioni.
Un uomo allo specchio che non si piace, solo e consapevole di esserlo, arroccato nella sua identità a prescindere dalle relazioni.
Manca l'esperienza dello scrittore professionista che segue una scaletta ordinata, pensata per il lettore, perché questo libro e’ una sorta di autoterapia, primo passo per la guarigione di Marco, che non e’ felice, ma ha smesso col tic toc, con l’alcool e porta avanti la sua vita vivendola alla giornata; “di più non posso fare”, in attesa di quell’amore che alcuni suoi compagni dei viaggio hanno incontrato e che lui agogna per dare finalmente un senso alla sua vita.

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Recensione del sito "Liberi di Scrivere"(http://liberidiscrivere.splinder.com/):Paolo M., protagonista di questo romanzo autobiografico, opera prima di Marco Costa nato nel 1967 a San Secondo Parmense, è un ragazzo come tanti, che vive il disagio sulla sua pelle, la noia, le frustrazioni, le nevrosi, le ossessioni, le depressioni, le tensioni con i genitori, l’incapacità di essere ciò che la società pretende da noi, sempre vincenti, sempre i più forti, sempre padroni delle nostre azioni nel bene e nel male. Paolo M forse più vulnerabile di altri giovani, forse solo più sfigato, si rifugia, nell’alcool, nella droga, nei programmi televisivi in reti di infimo ordine dove ciarlatani travestiti da santoni ti promettono di vedere nella tua anima e darti soluzioni. Paolo M vuole un briciolo di speranza, vuole vivere, ama la vita, crede nell’amicizia, crede nell’amore. E’ una persona positiva, infondo non lasciamoci ingannare dall’aura da cattivo ragazzo, crede in alcuni valori, crede nella solidarietà, forse è troppo sincero questo sì, troppo innocente, troppo fiducioso per trovarsi bene in questo mondo dove “homo homini lupus” Plauto ci insegna. Paolo M è un candido, un puro, sembra un personaggio uscito dalla penna di Mark Twain. Marco Costa da vita a questo altro se stesso di carta con sensibilità e tenerezza, ci riporta a provare simpatia per Paolo M a tifare per lui nella lotta per la vita e per la felicità a cui tutti abbiamo diritto sia i forti sia i deboli sia chi ce la fa da solo sia chi ha bisogno dei centri di ascolto per capire meglio se stesso per vincere le proprie fragilità. La sincerità di Costa è disarmante. L’autore si mette a nudo, parla di cose così personali che quasi il lettore ha la sensazione di profanare un intimità. Ma così non è condividere è l’obbiettivo di Costa, parlare liberatoriamente di sofferenza, disagio, è un modo per esorcizzare il male e trovare qualcuno che ci ascolti a volte è raro come trovare un vero amico. Forse l’eccessiva spontaneità pregiudica lo stile e la fruibilità del testo ma il suo valore di testimonianza non ne risulta minato. Qualche errore grammaticale in meno, qualche periodare più levigato e ricercato infondo avrebbe dato più tono alla forma ma è la sostanza che importa.

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Recensione di Chiara Pieri del sito "Il Recensore.com"(http://www.ilrecensore.com/wp2/2011/04/due-maroni-cosi/):Non è un romanzo “Due Maroni così” (Altromondo editore) di Marco Costa, ma una storia vera, il racconto di una vita, vissuta tra insicurezze, ansie e ossessioni. Un’autobiografia, in cui l’autore ricalca la sua vicenda personale, dall’infanzia all’età adulta, attraverso le difficoltà, i problemi psicologi e i rimedi che ha tentato per uscire dalle sue paure.
Se l’infanzia di Paolo appare una come tante, nonostante un padre a tratti violento e una madre eccessivamente vittimista, i disturbi di comportamento per il protagonista appaiono nell’adolescenza. La paura di essere giudicato dagli altri, specialmente dalle donne, turba costantemente il giovane. Inizia così per lui un calvario, fatto di ansie, ossessioni e tic, come quello di dondolarsi costantemente avanti e indietro sulle sedie.
Sul lavoro le cose sembrano andare meglio, ma anche lì, ben presto iniziano a manifestarsi i tratti della malattia, aggravata anche dagli effluvi dell’alcool, nel quale Paolo spera di incontrare il rimedio alle sue fobie.
Il tentativo di trovare una soluzione porta il giovane a spostarsi tra dottori, psichiatri e cliniche, ma anche ad affidarsi a rimedi meno scientifici, come sensitivi e maestre di Reiki. Ogni volta, però, che Paolo prova ad uscire dal tunnel, irrimediabilmente torna vittima delle sue paure.
Fortunatamente riesce ad avere intorno persone che, nel bene e nel male, riescono a stargli vicino e a sostenerlo attraverso le difficoltà.
Due maroni così non è un romanzo, Paolo è un umanissimo antieroe moderno con le sue piccole e grandi paure. Non c’è una bacchetta magica o una figura che improvvisamente fa svoltare la situazione, ma c’è solo un cammino per gradi di consapevolezza, che porta alla fine ad un’accettazione della vita nel suo essere, alla semplicità delle cose vissute giorno per giorno.
Tra le tante esperienze provate da Paolo e tra i tanti rimedi fallimentari, forse la vera svolta terapeutica è proprio nella letteratura. Scrivere la propria storia e la propria testimonianza è l’unico modo per ripercorrere con la memoria le vicende sofferte e i momenti che più hanno segnato e turbato. Ecco perché Due Maroni così è un libro che ha aiutato e che può ancora aiutare: come lucida testimonianza autobiografica di una malattia da cui è possibile guarire, non solo con un sostegno esterno, ma anche e soprattutto grazie alle proprie forze.

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Recensione di Sonia Argiolas sul sito "Mangialibri"(http://mangialibri.com/node/8426):19 Dicembre 1967: nasce Paolo M.. Suo padre Remo alterna a momenti di dolcezza e gentilezza atteggiamenti violenti. Sua madre, fortemente apprensiva, si impegna a far in modo che il figliolo si vergogni continuamente di lei. Il piccolo Paolo pian piano cresce, nonostante alcune “stranezze” che inducono il padre a sottoporlo ad una visita medica da uno psichiatra infantile che provvederà, nonostante la sua tenera età, a somministrargli un potente psicofarmaco. Stranezze, già. In particolare, Paolo aveva quella di far dondolare il suo corpo sulla sedia, in avanti e indietro: il famoso tik-tok, così lo chiamava Paolo. Esattamente come un bimbo affetto da autismo. Ma lui non lo era, autistico….
Un romanzo forte nel quale la storia narrata è totalmente autobiografica, Paolo M. non è altri che Marco Costa il quale, con questo libro, ha voluto soddisfare il suo bisogno di raccontare e, soprattutto, di raccontarsi. Apprezzabile indubbiamente il coraggio di esporre aspetti della propria vita che generalmente, per pudore o riservatezza o altro, si preferirebbe rimanessero confinati nelle quattro pareti di una casa o nella sicura gabbia del nostro Io. No, Costa ha voluto superare certi limiti e aprirsi. Totalmente. Raccontarsi senza veli, senza buonismi, raccontandoci la realtà cosi com’è o come è stata per lui senza preoccuparsi minimamente di mascherare o edulcorare il tutto. La verità nuda e cruda. Scelta audace, senza ombra di dubbio. E lo fa, sia chiaro, senza piangersi addosso. Fermando semplicemente su carta i suoi ricordi, fatti di anomali rapporti familiari, di fallimentari rapporti lavorativi e sociali, di donne che volano via. Analizzando, non senza un freddo e sano cinismo, i suoi problemi, in alcuni casi comuni a tutti noi, le sue ossessioni, le sue fobie. Parla - e lo fa con ironia - di un’esistenza fatta di eccessi. Amori falliti, alcol e droga, centri di igiene mentale, medium e chi più ne ha più ne metta. E, in tutto questo marasma, riesce quasi a sorridere della sua collezione di sogni falliti. Forse un modo per combattere quelli che sono stati i suoi mostri, i suoi disagi. E non si giustifica con il famoso senno di poi. Ci offre, in sostanza, una cronaca fedele di un’esistenza imperfetta, forse, ma, in ogni caso vissuta. La sua scrittura è tesa in piena armonia, credo, con i temi trattati e con l’esigenza di soddisfare l’esigenza di parlare di sé. Scrittura come terapia? Forse. In alcuni punti manca la linearità di un intreccio narrativo ricco di troppi rimandi che spesso non sono ben coordinati anche a causa di qualche imprecisione sintattica. In linea di massima, lettura interessante.

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Recensione di Alessia Grolla sul sito "Oasi del Libro" (http://www.oasidellibro.it/libri/due-maroni-cosi/):Un titolo spiritoso e divertente, quasi comico. Ma il libro è tutt’altro che leggero. “Due maroni così” è la biografia di un uomo che, giunto ad un certo punto della vita, ha sentito la necessità di mettere nero su bianco fatti e vicende vissuti sulla sua pelle. Cresciuto da genitori ossessivi e incapaci di creare un ambiente famigliare equilibrato, sin da giovane Paolo M. è colpito dalla depressione. La sua vita prosegue tra alti e bassi, crisi e nevrosi, ansie e delusioni. Il protagonista sperimenta di continuo l’incapacità di relazionarsi con gli altri, che siano amici di scuola, colleghi di lavoro o le donne di cui si invaghisce. Alcol, droga, medicinali, psicologi, maghi e santoni: Paolo M., spinto dalla disperazione, prova davvero di tutto pur di trovare una soluzione ai suoi problemi. E forse, alla fine, è riuscito davvero a trovare una via d’uscita…
Il libro colpisce per il linguaggio crudo e schietto, per il susseguirsi di ostacoli e difficoltà che bersagliano il protagonista fin dall’infanzia, per il senso di inadeguatezza e disagio che traspare da ogni vicenda da lui raccontata.

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Recensione di Chiara Ammendola sul sito "Letteratu.it"(http://www.letteratu.it/2011/05/07/due-maroni-cosi-tratto-da-una-storia-vera-e-tosta/):Ognuno ha una storia da raccontare. Che sia un racconto, un aneddoto, un viaggio, un amore. Se poi provi ad unire tutti questi piccoli racconti ti trovi tra le mani non “una” storia, ma la tua. Quella della tua vita, la più difficile da ricordare e spesso da lasciar andare. Marco Costa ha deciso di raccontare la sua attraverso un libro crudo e diretto. Un libero sfogo sulla carta. Quasi un modo per respirare, analizzarsi e chissà, forse perdonarsi.
La storia ha inizio il 19 dicembre 1967, giorno della sua nascita, e si conclude ai giorni nostri. In poco più di 100 pagine, l’autore ripercorre quelle che sono state le tappe principali del suo percorso che lo ha portato ad affrontare i fantasmi di una madre opprimente, un padre mancato troppo presto e un futuro sempre incerto. La scuola, gli amici, il sesso, la persistente voglia di capire i propri limiti e di superarli, magari non nel modo più semplice, ma certamente il più naturale. La paura, la depressione, la solitudine. Il fallimento umano e la malsana abitudine di dimenticare e risolvere tutto con l’alcol.
“Gli chiedevo solo di rendermi felice al più presto: la felicità consisteva nel liberarmi dalle contorsioni mentali, dalle ossessioni, dalle paure, dai blocchi, dalla imbracatura, dal non sapere cosa rispondere, dal non sapere cosa fare…”
Facendo così venir fuori la debolezza di un uomo che diventa schiavo del suo passato e che si lancia nella disperata ricerca di un equilibrio che spera di raggiungere attraverso i “paradisi artificiali” come amava definirli Beaudelaire o più semplicemente affidandosi alla mano di Dio, cercando nella fede la risposta alle mille domande e ai mille dubbi che sin da piccolo gli hanno proibito di vivere serenamente. Un percorso dunque caratterizzato da tante lacune e tanti buchi, una meteora impazzita nello spazio, piena di crateri e ormai lanciata verso l’ignoto. Quell’ignoto verso cui ti lasci andare, un po’ consapevolmente, quasi rinunciando.
“C’è solo un sentimento che ti fa andare contro corrente e contro te stesso, che ti fa prendere decisioni che mai avresti pensato di prendere: la disperazione!”
Una vita caratterizzata dall’eccesso. Dall’essere eccessivamente rinunciatario, eccessivamente ossessivo, eccessivamente impaurito.
La storia scorre veloce, è facile riconoscersi in alcuni passaggi. Più difficile è capire alcuni stati d’animo che ti colpiscono come frecce ma non tanto nel profondo da ferirti e lasciare cicatrici. Alcune storie vanno semplicemente assaporate e lasciate lì. Sperando che tornino da vincitrici e che riescano a trovare un finale adatto, di quelli che ti lasciano speranza. Di credere che la vita non sia altro che un enorme cerchio da girare all’impazzata anche migliaia di volte. Per poi fermarsi, magari con un forte capogiro, sedersi e cominciare a parlare, a raccontare, anche a costo di fare due maroni cosi!


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